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Il Lettore e i Fratelli Strugatski
La riapparizione dei marziani può avere il sapore di un revival fantascientifico: è di scena infatti la vecchia stirpe — inaugurata da Wells — di mostri con progetti imperialisti nei confronti del nostro pianeta. Una seconda invasione dei marziani è anche questo, ma in realtà il mostro dei fratelli Arka-di e Boris Strugatskij non è l'alie-no terrificante con il corpo verde e la faccia da polipo intelligente, direi piuttosto che ha il viso del nostro vicino di casa (e perché non il nostro?) e lo stesso comportamento « conformato ».

Nel romanzo-diario, per gradi e in maniera solo superficialmente indolore, si assiste al passaggio dalla volontà di capire, d'interpretare gli avvenimenti che si susseguono, alla necessità di conformarvisi, fino allo stadio finale che è la voluttà del conformismo.

La storia, descritta con tono quotidiano e assurdo da un io-narrante, è tutta nelle giornate di un anziano professore di astronomia in attesa di una pensione che tarda a venire in un paese di provincia in occidente: i personaggi che si affollano in queste giornate hanno tutti nomi di eroi, divinità e semidei della mitologia greca, certo a sottolineare la emblematicità del racconto e a stilizzare le caratteristiche personali. Intanto, per caso, quasi inevitabilmente, i marziani occupano il mondo conosciuto dall'aspirante pensionato, dapprima incontrando resistenza nei più coraggiosi e xenofobia nei più nevrotici e poi, man mano, riuscendo a vincere l'eterna partita dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo (in questo caso del marziano). L'arma della vittoria è una trovata di carattere economico-biolo-gico: l'uomo non è soltanto produttore di beni ma anche produttore di eccedenze di succhi gastrici che possono essere venduti, a buon prezzo per giunta, agli acquirenti extraterrestri. Il lettore non conosce il motivo dell'acquisto — l'autorità ha motivazioni superiori — ma tutta l'operazione possiede le caratteristiche di una nuova sottile legge di mercato che coglie l'ultimo stadio di una situazione alienante: la produzione e la contrattazione di un bene corporeo.

Caronte il ribelle cerca di spiegarlo: « Se lo consideriamo come una fabbrica di succo gastrico, Einstein non è per niente superiore a Pandà-reos (l'ottuso poliziotto del paese n.d.r.). È addirititura inferiore perché Pandàreos è un ingordo e mangia di più... ».

Ma ormai è tardi per le ribellioni, oltretutto i marziani hanno anche amnistiato i partigiani e concesso la libertà d'opinione, ormai l'accattivante mostro del conformismo ha conquistato tutti o quasi: c'è benessere, ordine, i corrotti sono stati puniti, la nuova legge del mercato funziona a meraviglia, da noi si direbbe « il cavallo beve ». Il vecchio pensionato, che forse sarà pagato in succo gastrico riciclato, possiede l'argomento diabolico contro le difficili teorie di Caronte: « Bene ragazzo mio. I contadini se ne infischiano dei vostri libretti rilegati! Chiedono una casa, vestiti, macchine agricole. Vogliono la sicurezza di poter continuare a seminare e mietere. Ebbene, con tutta la vostra civiltà, gli avete dato questa sicurezza? No, non gliel'avete data. Mentre i marziani...».

La tecnologia avanzata, rappresentata da questi alieni a noi familiari, riscopre dunque la funzionalità di una primitiva legge del branco con il suo asservimento e i suoi prodotti.

Resta aperto un lungo, doloroso discorso sulla nostra ambigua voglia di marziani.

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