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Uno studio in giallo
Un fenomeno strano accade nelle biblioteche delle nostre case e in quelle pubbliche, un fenomenno ben noto ai critici: pensate, i libri si leggono tra di loro! Si potrebbe credere a una rivolta; in mancanza di lettori, i libri si prendono una rivincita e innalzano la bandiera dell'indipendenza; fanno a meno di noi, che li abbiamo traditi con la TV e con Internet.

Ma non si tratta solo di questo, ch'è dell'altro: il giallo, nel secolo di vita che quest'antologia ripercorre, ha saputo costruire una serie di luoghi tipici - ville di campagna, biblioteche, bar malfamati, tribunali, uffici di polizia - di personaggi ben individuati- commissari, investigatori privati - e di atmosfere particolari, ricche di suspence e di azione.

Bene, tutto questo, tutti questi libri gialli, hanno formato una specie di Luna Park: un posto, cioè, dove andiamo volentieri perché sappiamo che ritroveremo cose che ci piacciono, come l'otto volante, il tiro a segno e l'autoscontro, ma sappiamo anche che, di volta in volta, faremo incontri nuovi e inquietanti nel tunnel dell'orrore.

Era inevitabile, dunque, che gli scrittori di libri gialli cominciassero a nutrirsi, per inventare le proprie storie, di altri libri gialli, facessero insomma riferimento a quel Luna Park presente nella loro immaginazione.

Come si fa a resistere alla tentazione di varcare anche noi quella soglia per giocare una nuova partita con il crimine?

Certo, dopo aver conosciuto regole ed infrazioni ed aver visto tutte le ingenuità del "più splendido gioco del mondo" non potremmo più entrarci da persone serie, come Holmes o Ellery Queen; lo faremo scherzando, sorridendo sotto i baffi, fingendo un distacco che siamo ben lontani dal provare, perché si tratta pur sempre di piccole commedie intorno al tema della giustizia e dell'ingiustizia umana.

1989, La Nuova Italia
Scritto con Luigi Calcerano
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