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La leggenda dell'Acanpesce
di Giuseppe Lagrasta - L'immaginazione, aprile 2002

La leggenda è un tipo di narrazione che vuole spiegare in modo fantastico un fenomeno reale. Con questa modalità lo scrittore Giuseppe Fiori ha costruito e intrecciato il percorso narrativo formulato nell'opera La leggenda dell'Acanpesce.

L'autore si sofferma ad investigare gli aspetti problematici della realtà applicando il metodo dell'esplorazione metaforica: tale ermeneusi consente di affrontare le tematiche da angolazioni e punti di vista diversificati e plurali.

Difatti, tra i molteplici nodi affrontati dall'autore, si evidenzia una linea di investigazione pedagogica fondamentale: quella cioè del reale pericolo che potrebbe derivare nell'eliminare la fantasia dalla nostra vita; un pericolo effettivamente reale, se visto nella prospettiva dell'educabilità dei bambini e nella formazione di una loro visione del mondo e della realtà quotidiana.

I bambini, nella narrazione de La leggenda dell'acanpesce sono identificati come i depositari della forza della fantasia.

Nel continuo intrecciarsi degli eventi narrati, la molteplicità dei punti di vista dell'autore, arricchisce la formalizzazione strutturale, la definizione precisa dei personaggi e delle loro caratteristiche comportamentali, ne definisce i tempi, i luoghi e gli spazi, non soltanto come descrizione del paesaggio e dell'habitat circostante, ma anche come recupero di saperi legati alla natura, al mondo degli animali e soprattutto al recupero dello spazio della pedagogia della memoria, di cui i bambini (ed in misura maggiore gli adulti) dovrebbero continuamente nutrirsi.

A dare spessore alla trama della narrazione intervengono nella storia più narratori: Grab, Garb, Mentre, il Clown, il bambino a cui succedono cose incredibili. Il cambiamento dei temi nella molteplicità dei piani narrativi provocano nel lettore un effetto di piacevole interesse e motivazione all'approfondimento. Per promuovere l'ecologia della mente dei bambini occorre stimolare la creatività, la sollecitazione dell'immaginazione e della fantasia.

La marcata natura metaletteraria e metaforica rilevata dalle articolazioni sottolineate nel romanzo favoriscono procedure interpretative che fanno assumere all'opera la vivacità stilistica e lo spessore educativo tanto caro all'esperire paideico, in quanto il giovane lettore, oltre a ricavare elementi di identificazione con i suoi eroi, viene stimolato a conoscere il mondo della creatività e della fantasia, fonti per l'attivazione di esperienze ludico-creativo-espressive.

La lettura dell'opera di Giuseppe Fiori, consente di individuare un altro aspetto specifico della letteratura per ragazzi: la sfida motivata e motivante a ritrovare il piacere di leggere e di scrivere; questi due aspetti coniugati in modo organico e flessibile rendono le descrizioni, uno degli aspetti dell'esercizio di scrittura, tra i più efficaci.

Si dà rilevanza attraverso tale percorso descrittivo all'architettura della trama, in quanto nella sua applicazione costruttiva e creativa, permette al romanzo di Fiori di offrirsi come struttura flessibile che a sua volta insegue un andamento sistemico favorendo lo sviluppo armonico dei diversi tasselli narrativi, che tra loro intrecciati aprono molteplici percorsi di ricerca, sia sul versante della narrazione che dell'esplorazione metodologico-didattica.

I luoghi naturali e l'interconnessione con la declinazione del tempo, non solo come ciclo delle stagioni, ma anche come ciclo di vita e del tempo che trascorre, risultano nella elaborazione testuale efficaci, in quanto la letteratura per l'infanzia si nutre sia di queste categorie vitali ma gioca anche sul piano della cartellina dei cinque sensi tanto cara allo scrittore Italo Calvino delle Città Invisibili e di Palomar.

La leggenda dell'Acanpesce, di Giuseppe Fiori così come è stata strutturata invita alla riflessione e alla meditazione, in quanto l'esplorazione teorica si intreccia a materiali ideativi che hanno esercitato grande fascino sul mondo fantastico dei bambini di tutti i tempi, e ci riferiamo a Pinocchio, Ciondolino, il pifferaio magico, il racconto di Giona tratto dalla Bibbia.

Si vuole indicare, con le predette considerazioni, che la lettura di questa opera affascina perché valorizza gli intrecci, gli effetti-sorpresa. E incanta il giovane lettore che ritrova, nel racconto, il gusto dell'esplorazione e dell'avventura. È possibile quindi individuare percorsi di scrittura e lettura trasversali sia sul piano disciplinare sia sul versante multidisciplinare.

Una lettura guidata de La leggenda dell'Acanpesce consente agli operatori della formazione e dell'animazione di arricchire e approfondire le diversificate problematiche da affrontare durante gli itinerari di ricerca, quali: il gioco, la fantasia, l'immaginazione, la creatività, l'ironia, l'empatia, l'aspetto ludico intrinseco all'educazione all'ascolto. Né va trascurata la dinamica insita al mondo dei protagonisti: la ricerca della libertà interiore, che deve sfuggire a qualsiasi forma di addomesticamento.

L'amore per il rischio, la sfida del gioco e il gusto dell'avventura che si vive leggendo queste pagine si arricchisce di eventi e di metafore che nelle fiabe spesso indicano un ruolo e una funzione sociale. E la partita si gioca anche su questo tavolo complesso, poiché il rendere domestico e ubbidiente un animale selvaggio, piegarlo alle necessità dell'essere umano, molto spesso nasconde azioni di violenza implicita e sottesa.

Lo stesso tema potrebbe riguardare l'addomesticamento degli uomini e in particolar modo, dei bambini e delle bambine. Tale evento, se realizzato, provocherebbe nella mente del bambino e della bambina danni irreversibili sia sul versante dei campi di esperienza, dell'autonomia, dello sviluppo del pensiero critico e della ricerca di senso e significato, della costruzione della visione del mondo e della propria identità, sia per quanto concerne il piacere di pensare alla libertà e di scegliere sulla spinta delle esigenze di apprendimento e di formazione.

Il narratore Giuseppe Fiori, uomo che opera nel mondo della scuola e della formazione, nella costruzione della Leggenda deli'Acanpesce ha tenuto conto dei problemi educativi e pedagogici che hanno caratterizzato e che continuano a caratterizzare la società odierna, attraverso un metalinguaggio narrativo capace di esprimere "leggerezza" nel senso indicato da Italo Calvino nelle Lezioni Americane, ben conoscendo il decalogo di Daniel Pennac sui diritti imprescrittibili del giovane lettore e ponendo attenzione all'uso sapiente delle immagini e delle metafore da considerarsi valore aggiunto rispetto a un'opera di pregevole fattura e di grande capacità creativa.

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