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La bella addormentata nel parco
Recensione di Elisabetta Bolondi (dal sito SoloLibri.net)

Giuseppe Fiori è uno scrittore di gialli, oltre che di storie per bambini, ma questo romanzo ambientato a Roma, pur se ascrivibile al genere poliziesco, lo è in modo del tutto particolare. Anche se personaggi e trama dunque ci raccontano del ritrovamento di una giovane donna morta su un prato del parco di Villa Doria Pamphili da parte di una coppia di poliziotti a cavallo, molto presto apprendiamo che la ragazza, portata all’obitorio per l’autopsia, si risveglia e fugge misteriosamente. Sono implicati nella storia il medico legale, dottor Tetrozio, la poliziotta a cavallo, l’avvenente Alessia, il commissario di polizia fluviale, momentaneamente in anno sabbatico Omar Martini, il capitano dei carabinieri di Trastevere , Pìglici. In realtà, man mano che la storia si va dipanando e l’indagine si fa sempre più serrata e intricata agli occhi del lettore, entrano in scena altri diversi personaggi che sembrano, almeno in apparenza, estranei alla vicenda: un cinese enigmatico che fa volare un aquilone nel prato di Villa Doria, una stravagante pittrice inglese , dai capelli come zucchero filato, che dipinge romantici acquerelli e scrive buffe filastrocche da cui il commissario Martini, chiamato a far luce sulla misteriosa vicenda della ragazza resuscitata, la spazzina Monica, sembra essere affascinato. La narrazione si avvia verso l’imprevedibile epilogo con un ritmo incalzante, pieno di suspence e di misteri che si vanno lentamente sciogliendo, ma la qualità di questo libro che più colpisce è il gusto letterario, l’attenzione alla storia della città, la frequente citazione di monumenti, luoghi che rimandano ad avvenimenti passati di cui l’autore ci fa partecipi: ecco allora la descrizione della chiesa di Santa Maria dell’Orto, con i suoi obelischi, il Casino dell’Algardi o la bellissima citazione del Bosco Parrasio, con il suo anfiteatro dove gli Arcadi si riunivano ai primi del 700 per declamare i loro versi, attorno al cenacolo di Cristina di Svezia; o ancora la cavalcata notturna della poliziotta Alessia da piazza di Siena lungo i boschetti di villa Borghese. E ancora l’isola Tiberina, dove Martini ha il suo ufficio, e l’ospedale Fatebenefratelli proprio di fronte alla Sinagoga, con il suo carico di misteriosi anfratti. Seguendo i suoi personaggi, Fiori ci accompagna dunque in una lunga giornata romana attraverso il traffico caotico di viale Trastevere, sulla salita del Quirinale, in mezzo alla rivalità storica tra Polizia di Stato e Carabinieri, nella Roma della quotidianità dove un’infermiera accorta può smascherare un paziente troppo disinvolto, una compagna del protagonista, da Parigi, intrattiene con lui al cellulare una lunga riflessione sulla nostra condizione esistenziale: “…Dicevamo scherzando, sono gli anni della nostra epopea western…Proprio così, l’epopea della resistenza, della sconfitta del fascismo, del neorealismo, e poi dei partiti politici popolari, i socialisti, i comunisti, persino i democristiani, della costituzione repubblicana e dell’Italia che cresceva economicamente e culturalmente man mano che crescevamo noi!”

Insomma, nel libro di Fiori il giallo è un pretesto per raccontare di noi, dei nostri tempi (il racconto si svolge nel 2000), delle difficoltà che incontrano i normali cittadini nello svolgere il proprio lavoro, dell’eterogeneità degli abitanti della nostra città, della presenza di tanti stranieri, delle diverse pulsioni che sembrano muovere i vari personaggi: amicizia fra due giovani donne, amore filiale e desiderio di riparare ad una presunta grave ingiustizia, rivalità professionale. Quanto a Omar Martini, il suo personaggio è diverso dai numerosi commissari che la letteratura di genere ci ha presentato: non è un sanguigno Montalbano, né uno scanzonato Coliandro…sembra piuttosto un intellettuale un po’ sfiduciato, volutamente appartato, incerto e impacciato nelle sue relazioni interpersonali, un po’ sornione, ma efficace e deciso quando parte alla risoluzione di un caso, meglio se intricato e difficile

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