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Innocente per forza
Fase uno
Per la salute mentale di chi leggerà questo mio racconto-diario - e il primo lettore non potrà che essere un sostituto procuratore della Repubblica, dopo che gli organi dello Stato a ciò deputati avranno messo le mani su di noi cinque sventando il più incredibile tentativo di rapina in banca che la storia criminale annoveri - per la salute mentale, dicevo, di quel giudice, voglio dire chi sono, oltre me naturalmente, i personaggi di questa storia e quali ruoli andranno a ricoprire nell’impresa criminale che temo non riusciremo a concludere.

Io sono uno scrittore, passato dall’illegalità letteraria (ho scritto…beh lasciamo perdere) a quella reale col nome di Maresciallo Frassineti e, lo avrete capito, bevo la Ferrochina.

Ora tocca agli altri:

Soprannome Funzione Bevuta
Il Piromane Commissario Justerini Whisky con fettina di limone
Il Ladro Brigadiere Pedersolo Grappa
Mandrake Appuntato Trocadero Acqua tonica
Il Cinese Guardia O.Cimini Gassosa con vino

Se non vi spiace vado avanti.

«Accelera, se no lo perdiamo,»

Il Piromane premette l'acceleratore e la Citroen bianca si riavvicinò al grande furgone.

«Che dici, se ne saranno accorti che li stiamo seguendo?»

«Non ha importanza, tanto siamo quasi arrivati al ponte. Avverti Mandrake».

Il Cinese abbassò il finestrino e fece cenno al giovane in vespa di sorpassare.

Il semaforo diventò rosso, la vespa si affiancò al furgone e Mandrake guardò dentro la cabina. L'autista fissava la luce rossa mentre l'altro gli stava parlando.

Ridiventò verde. Mandrake lasciò andare avanti il furgone che imboccò ponte Marconi.

C’era poco traffico. La vespa riguadagnò i metri che la dividevano dal furgone, lo superò e improvvisamente scartò a destra tagliandogli la strada. L'autista frenò di colpo sterzando verso il marciapiede.

«Poi dice che uno se compromette, hai visto 'sto matto?»

«Zitto, che è annato a finì per terra, andiamo a vedere che s'è fatto. Proprio fuori orario ce doveva succede!»

La Citroèn bianca accostò dietro al furgone. Il Ladro e il Cinese scesero e si portarono alle spalle dei due. Mandrake per terra gemeva debolmente.

«Avete visto anche voi, s'è buttato sotto le ruote»

Il Cinese li guardò, tirò giù la lampo del giubbetto lasciando intravedere il calcio marrone di un revolver: «Giratevi senza storie e salite sulla Citroen, questo è un dirottamento». I due si guardarono in faccia. «Ma... è il camion della Croce Rossa!...»

Da dietro il Ladro, con delicatezza, gli coprì con le mani le spalle e li avviò verso la macchina. Si sedettero sul sedile posteriore, un paio di manette scattò ai loro polsi. La vespa ripartì mentre il Ladro e il Cinese salivano nella cabina di guida del furgone. Per ultimo la Citroèn si mosse. «Scusate», domandò educatamente l'autista della Croce Rossa ai due uomini del sedile anteriore «ma che noi due siamo ostaggi?»

La vespa e il furgone s'inserirono nel traffico della Cristoforo Colombo verso l’EUR. Al semaforo di Viale Europa Mandrake accostò al marciapiede. Il Ladro lo guardò interrogativamente.

«Vengo subito, ho sete. Spegni il motore».

Mandrake entrò nel supermarket, oltrepassò la fila delle cassiere e si diresse verso il fondo. Davanti a un bancone frigorifero guardò gli yogurt di frutta, si frugò in tasca in cerca del cucchiaino e trovò soltanto l'apribottiglia. Alzò le spalle e si avviò verso un'altra corsia.

Sfilò dalla confezione una bottiglia d'acqua tonica, la stappò e bevve. Dopo averla rimessa al suo posto, strizzò l'occhio ad una vecchia signora col carrello pieno di verdure e si diresse verso l'uscita.

Il Cinese era sceso dal camion e aveva sollevato l'angolo del telone. «E pieno di roba, credo ci sia tutto quello che serve. Sbrighiamoci. Tu, proprio adesso dovevi fare i giochetti tuoi?»

I due veicoli ripresero speditamente la marcia.

Intanto la Citroèn stava proseguendo verso Ostia. «Mica ce vorrete fa' male?»

Lo Scrittore si voltò con un'espressione dura sulla faccia. «Dovete star tranquilli per alcune ore», smozzicò a denti stretti, «e poi se avrete fatto i bravi vi rilasceremo vicino a un telefono».

Il Piromane scosse la testa e continuò a guidare.

«Scusate», azzardò l'autista della Croce Rossa, «ma voi lo sapete che c'è nel camion? Ci deve essere stato uno sbaglio, noi della Croce Rossa carichiamo dagli uffici soltanto...»

«Vuoi star zitto con le buone o con le cattive?», gli intimò lo Scrittore. «Mi dai sui nervi. Lo sappiamo benissimo che cosa trasportate...»

«La vuoi smettere di dar fuoco agli aghi di pino? E poi proprio vicino alla macchina».

«Sono tre ore che stiamo dentro a 'sta pineta», rispose il Piromane, “non ne posso più. Ce ne sono altre cinque da far passare”.

«E che vorresti fare con questi due appresso?»

«E se ce n'andassimo al cinema?», sbottò all’improvviso. «Voi che ne dite, ragazzi, ci potremmo fidare?»

I due della Croce Rossa si guardarono.

«Ma tu sei pazzo!», gridò lo Scrittore. «M'ero raccomandato, niente cambiamenti al piano già scritto ! Come ci possiamo fidare di questi due impiegatucci. Li dobbiamo tenere ficcati dentro a questa macchina fino al momento del rendez vous».

«Appunto dico, stiamo tutti ficcati dentro la macchina... al Metro Drive In».

«Che danno oggi?», chiese l'autista della Croce Rossa.

«Zitto tu», urlò lo Scrittore, «quello che danno danno, vuol dire che se l'hai visto te lo rivedi». Il Piromane accese il motore.

«I1 fuoco, mi raccomando, non lo spegnere mai», grugnì l'altro, «così se non ci prendono per il colpo, ci arrestano per l'incendio di Castel Fusano»

«Cosa vorranno fare di noi?»

«E tu che t'aspetti? Siamo oramai solo un ostacolo per il loro piano». «Non dire così, mi dai i brividi»

«L'unica nostra speranza è l'ispettore Callagher. Lui e Dennis potrebbero trovarci anche qui».

Il Piromane aprì piano lo sportello della macchina e domandò a voce bassa: «Pop corn per tutti?»

Lo Scrittore lo zittì. Sullo schermo alcune ombre si stavano avvicinando alla radura.

«Per me una Bomboniera, se possibile», chiese con un filo di voce l'autista della Croce Rossa.

Il Piromane richiuse la portiera dell'auto e si avviò verso l'ingresso del Metro Drive In.

John Carradine si avvicinò ai due ostaggi, si piegò vicino al fuoco e lo attizzò con un ramo.

«Preparatevi, tra una mezz'ora verrà Nick con la Ford e vi porterà sulla Statale n.5. Non troppo lontano da una stazione di servizio». Si accostò alla ragazza e le sollevò appena col bastone la gonna. «Tuo padre è stato di parola, bambina. Ha pagato il riscatto. Tra poco per voi sarà tutto finito».

La ragazza tentò di muovere le gambe legate. John Carradine ghignò e si allontanò dal fuoco.

«Se Dio vuole tra poco saremo liberi, Harris».

Tab Hunter guardò Sandra Dee senza sorridere. «Dimentichi che oggi li abbiamo visti in faccia. A volto scoperto. Questo può voler dire una sola cosa: ci dovranno uccidere».

I due della Croce Rossa, nell’auto, si guardarono negli occhi terrorizzati. Videro la nuca dello Scrittore concentrato sul film. John Carradine stava tornando con un Winchester tra le mani.

«Prima che torni l'altro dobbiamo scappare. È quello il più pericoloso».

Mentre l'ispettore Callagher spuntava da dietro i cactus, i due della Croce Rossa, sotto lo schermo del Drive in, aprirono la sicura e scivolarono fuori dalla macchina.

Camminarono carponi per qualche metro intralciati dalle manette che li tenevano legati insieme.

Il Piromane aprì lo sportello, buttò sul sedile di dietro i tre pacchi di pop corn e la Bomboniera. Guardò lo Scrittore che fissava lo schermo. «Gli hai dato tu il permesso per andare al gabinetto?».

Lo Scrittore sobbalzò, guardò il sedile vuoto e uscì dall'auto.

«Rientra dentro», lo richiamò il Piromane, «li inseguiamo con la macchina».

Come un fulmine fece retromarcia, sgommando, urtò la macchina di dietro, invertì la direzione, strusciò la fiancata di una BMW e si precipitò verso l'uscita.

«Metti gli abbaglianti. Non possono aver fatto molta strada».

«Se dipendeva da te facevano a tempo a arrivare a Roma prima del lieto fine»

«Di chi è stata la brillante idea di venire al cinema?... Eccoli laggiù. Aspetta». Si irrigidì. «Fermati. Corrono verso la pattuglia della stradale».

Il Piromane schiacciò l'acceleratore e tentò di tagliar loro la strada.

I due della Croce Rossa aggirarono la Citroèn e si gettarono verso la macchina della polizia stradale.

«Fermateli!», urlò il Piromane uscendo dalla macchina. «Sono in arresto!»

Due agenti in divisa scesero dall'Alfa spianando le pistole. «Mani in alto!» I due della Croce Rossa si fermarono. Lentamente alzarono le mani ammanettate. «Siamo due sequestrati. Due autisti della Croce Rossa. Stamattina hanno bloccato, armi in pugno, il nostro camion pieno di mobili vecchi e scarti d'archivio e l'hanno dirottato. Poi ci hanno tenuti prigionieri a Castel Fusano e ci hanno portato al Metro Drive In a vedere Gli sciacalli del deserto. Adesso ci vogliono ammazzare, abbiamo visto i loro volti...»

I due agenti rimisero le pistole nella fondina.

«Su, ragazzi», intervenne lo Scrittore, «ora vi siete divertiti abbastanza. Torniamo casa». Lanciò un'occhiata d'intesa agli agenti. «Il commissario ve l'ha assicurato, prima, vi riporta a casa e non alla clinica». «Ha bisogno di noi, commissario?», domandò l'agente più anziano. «Grazie», rispose il Piromane, «non sono pericolosi, ora staremo più attenti, coraggio dentro la macchina voi due. Birboni!»

Fase due
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