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La memoria spezzata
Nella casa di riposo ”Lungo tramonto” le luci e le ombre del passato proiettano una data davanti agli occhi dei tre protagonisti del racconto: 12 dicembre 1969, giorno della strage di Piazza Fontana a Milano. Così gli avvenimenti e i ricordi, non sempre veritieri, diventano fotogrammi di una vecchia pellicola montata da due anziani coniugi con spezzoni della memoria di un ex agente segreto.

“La strage di Piazza Fontana” ha scritto Giorgio Boatti “e le azioni del 12 dicembre che le sono collegate, non costituiscono solo un attentato terroristico. Rappresentano l’avvio di una strategia volta a mutare, con un solo evento di pianificato impatto, il panorama politico italiano.”

L’incerta verità giudiziaria, emersa a fatica nei numerosi processi, e gli esiti, non meno incerti, dei lavori della Commissione Parlamentare di inchiesta sul terrorismo hanno ormai archiviato quella lunga storia dello stragismo nero; eppure molti retroscena non appaiono del tutto chiariti e prevale l’impressione di un finale tenuto in sospeso da troppe reticenze e complicità da parte di chi detiene il potere invisibile degli arcana imperii. Che sembra avvertirci con la voce dell’ex spia: “Quello che le persone come voi si rifiutano ostinatamente di capire è che la casa di vetro della democrazia andrebbe presto in frantumi se non potessimo blindare quei vetri”.

Blindati e anche oscurati… Tanto che per varie vicende italiane come Piazza Fontana si sente la necessità, se non come cittadini almeno come lettori, di mettere in funzione quella sorta di doppia elica che lega, nelle nostre vite, l’immaginazione alla memoria narrata.



Presentazione alla libreria Koob





2017, Manni
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