il Narratore
i Libri
short Stories
brevi Saggi
Note
i Media
Home brevi Saggi
Una scuola a Baker Street?

Dal punto di vista degli operatori scolastici, in un'epoca di insistenza dei messaggi audiovisivi, l'iniziazione alla lettura è ancora un obiettivo che si tenta in parte di risolvere con l'ausilio della letteratura pensata o adattata per i ragazzi.

Gli stessi programmi della scuola media definiscono l'attività del leggere come l'essenziale strumento educativo di accesso al patrimonio culturale e naturale fattore di autocultura.

Lo scopo dell'educazione alla lettura è dunque in primo luogo proprio quello di stimolare una disponibilità alla lettura e, cioè, le attitudini, le motivazioni, l'impegno volitivo alla lettura e di formare un'autonomia: ossia la capacità di interpretazione, che implica, anche, quella di scelta, di valutazione, di reazione1.

Per leggere, il giovane, che trova altrove la risposta alla sua fame di fantastico, di conoscenza, di esercizio intellettuale e di soddisfazione estetica, deve prendere in mano un oggetto non del tutto attraente, come un libro, deve lasciarsi affascinare da ciò che promettono copertina e bandelle, deve cominciare a leggere e trovar modo di proseguire fino in fondo. Per ultimo, il giovane, deve trarre abbastanza piacere dall'esperienza da tornare a prendere in mano un secondo libro e ,allora, forse, il gioco è fatto!

Quel gusto che viene assaporato anche e soprattutto fuori della scuola2 è nella scuola che deve venire educato: perché ciò avvenga si può far un affidamento solo relativo sulla coercizione didattica, che può sostituire l'iniziativa volontaria del giovane a misurarsi col libro, ma connota in modo ulteriormente negativo la non facile esperienza della lettura. Una volta districato il significato mediante il controllo del linguaggio, lo studente può inoltre essere aiutato a vivere, senza conformismi, la relazione che si instaura con l'autore nella lettura ed a reagire intellettualmente al contenuto della medesima.

Tutto ciò è peraltro possibile solo se la parte ricevente della comunicazione letteraria, il lettore, riesce a sintonizzarsi con relativa facilità sul codice manovrato dall'autore, se lo strumento linguistico, almeno nelle prime esperienze, non presenta particolari ambiguità e complessità, se il libro non si limita a cercar di comunicare stati mentali, per contagio emotivo, ma trasmette (anche) qualcosa di facilmente comunicabile, come la conoscema astratta, o meglio un problema intellettuale e logico in un contesto, verosimile; di descrizione di azioni, che soddisfi le necessità di una intelligenza (ancora) di tipo

Un approccio adatto è allora proprio quello che libera il giovane, gradualmente, dall'azione e da una realtà percepita quasi solo per immagini e riesce a trasportarlo in una dimensione che ha come oggetto il mondo culturale astratto delle azioni e dei problemi logico-matematici, ausilio del processo di sviluppo del pensiero logico e creativo; un romanzo funzionale all'esercizio di decifrare, capire, giudicare, apprezzare, inventare e a muoversi sulle rappresentazioni astratte con l'impressione (e la tranquillità) di chi crede di appoggiarsi su rappresentazioni del reale. In altre parole il romanzo poliziesco, in cui la prevalenza della trama corrisponde al piacere e allo spirito del gioco narrativo.

Segue: Il lettore e il testo

Note

1. G. Giugni, Pedagogia della lettura, Torino, SEI, 1969, p. 93.

2. Sugli itinerari di lettura che un ragazzo percorre nei territori della letteratura "minore" è emblematico il racconto autobiografico di Jean-Paul Sartre ne Le parole, Milano, Saggiatore, 1964, 55. "( ... ) Queste letture rimasero a lungo clandestine; Anne-Marie non ebbe nemmeno bisogno di mettermi sull'avviso: cosciente della loro indegnità io non ne facevo parola a lniO nonno. Mi degradavo, mi prendevo delle libertà, trascorrevo al bordello le vacanze, ma non dimenticavo che la mia verità era rimasta nel tempio... continuai tranquillamente la mia doppia vita e non l'ho mai smessa: ancor oggi leggo piú volentieri i volumi della "Série Noire" che Wittgenstein" . pragmatico e realistico.

Copyright © 2005-2024 Giuseppe Fiori
Contatti Credits