il Narratore
i Libri
short Stories
brevi Saggi
Note
i Media
Home i Libri
L'innocenza del serpente
Presentazione di Giuseppe Petronio
Calcerano e Fiori ci riprovano, e dopo un primo stampano un nuovo giallo, e, secondo le regole, riprendono ambienti e personaggi del primo.

Ho detto "secondo le regole", ma quali sono oggi le regole del "giallo"? E fino a che punto i nuovi prodotti somigliano a quelli di una volta? A parer mio, ma non di me solo, ci sono stati negli ultimi decenni tanti fatti che hanno stravolto tutte le regole, sicché oggi "romanzo poliziesco" (o "romanzo giallo") sono etichette assi comprensive con le quali indichiamo libri diversi tra loro, testimoni di varie età, letterarie e non. E il pubblico, almeno da noi, legge tutto, con una forte propensione però per i libri d una volta, i classici, e gli scrittori invece innovano: modificno le regole (chi si attiene più a quelle famose codificate negli anni Venti da S.S. Van Dyne?); riversano nel giallo stati d'animo ed esigenze nuove; mettono insieme, con gli anni e col lavoro, un prodotto diverso, omologo a questi nostri anni come quello dei primi del secolo lo era ai suoi tempi e quello dei grandi anni Trenta (Simenon, Chandler) ai suoi.

Di questo giallo "secondo Novecento" si possono indicare con sicurezza alcuni tratti essenziali. Il delitto ha implicazioni politiche e sociali, i confini tra poliziesco (crime-story), romanzo di spionaggio (spy-story), romanzo di fantapolitica sono assai labili, e spesso si confondono. L'investigatore è, quasi sempre, un uomo colto, assai spesso un tormentato, con angosce esistenziali e ribellioni compresse, afflitto da problemi domestici e intimi (matrimoni andati a male, amori falliti, preoccpazioni familiari) che si ripercuotono sull'animo con cui vive il suo lavoro; l'inchiesta è resa difficile e la scoperta è a volte impedita da intromissioni politiche; il libro lascia in bocca al lettore un sapore di amaro che ricorda lo squallore di questo nostro mondo guardato con occhi senza speranze.

I libri di Calcerano e Fiori, se non sbagliamo, rientrano in questo schema, naturalmente con tratti e connotati propri, con sottofondo di interessi sociali, di problemi esistenziali, di tentazioni culturali. E sono dunque dei "gialli anni Ottanta", pensati e scritti con l'occhio ad un pubblico non volgare che in un libro cerca una storia, ma che la vuole moderna, coerente, narrata senza troppe sofisticazioni letterarie, con un scrittura non banale: un libro di consumo per un pubblico che, se non si serve nelle boutiques, non va nemmeno al supermarket.

Torna al libro
Copyright © 2005-2024 Giuseppe Fiori
Contatti Credits