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L'agente in sonno
4. Il bacio del principe
L'aria limpida della mattina faceva risplendere le chiome della piccola pineta all'ingresso di Villa Doria Pamphili, subito dopo Porta S. Pancrazio.

Il temporale del giorno prima era stato particolarmente violento e Argenti e Barbacane, nello studiare il percorso della Villa, avevano sperato che la pioggia incessante non mettesse in pericolo il loro progetto.

La giornata era ideale per una passeggiata in Villa, anche se ormai, dietro di loro, i segugi sguinzagliati da Rapisarda erano diventati più pressanti.

- Dimmi cosa ti ha detto esattamente.

- Te l'ho già detto - sbuffò il professore.

- Da capo. - Argenti era nervoso e si tormentava il suo orologio di metallo sul polso sinistro.

Anche Barbacane aveva un orologio molto simile, tutti e due gli amici portavano pantaloni bianchi di tela e una camicia azzurra; il professore però era più curato nell'abbigliamento, indossava elegantemente una giacca a grandi righe blu con un cappello di paglia e teneva sotto il braccio un fascio di giornali.

- Ho seguito la sua indicazione alla lettera e ho chiamato quel numero dei Castelli. - Il professore inforcò un paio di occhiali scuri e si voltò verso gli agenti di Rapisarda. - Ha detto che ha assoluto bisogno di vedermi, che è in gioco una partita della massima importanza, mi ha minacciato e scongiurato, è un tipo strano, imprevedibile...Però te l'ho detto Filippo, mi sembra che i suoi toni siano sinceri, per questo ho seguito il tuo consiglio.

- Ecco laggiù la Villa Algardi, dove ti aspetta. Dobbiamo fare il gioco di prestigio dietro il muro della chiesa kitch.

Accelerarono il passo e traversarono il grande spiazzo erboso tra la villa e la chiesa, la fontana al centro era asciutta, ma l'ombra delle palme tutt'intorno restituivano ugualmente un'impressione di freschezza.

La chiesa patrizia era stata abbandonata e recintata per evitare usi impropri e il boschetto intorno con gli anni si era infittito. I due uomini vi penetrarono e si diressero dietro l'abside della Cappella Algardi.

I due agenti si mantennero ai bordi del boschetto e si avviarono dietro la chiesa con un giro più largo; videro i due uomini riprendere il sentiero con un passo elastico, quasi divertito. Poi prima della grande pineta, al bivio verso le mura di Via Vitellia, l'uomo con gli occhiali da sole, il cappello di paglia, la giacca a righe blu e il fascio di giornali sotto il braccio salutò calorosamente l’ amico che si stava soffiando il naso con un grande fazzoletto rosso. Gli agenti si scambiarono un'occhiata, nessuno dei due poteva mollare il professore.

Così, fedeli alla consegna, lo seguirono, a debita distanza lungo il viale, verso l'uscita di Via Vitellia, mentre l'altro uomo ritornava in direzione del villino Algardi.

*****

- Mi ha fatto aspettare, professore.

Barbacane guardò a lungo l'uomo che si era materializzato dietro di lui nel luogo dell'appuntamento.

Aveva certo passato la sessantina, ma l'aspetto era ancora molto vigoroso: i capelli bianchi avevano ai lati delle striature grigio-metallo.

Un volto slavo, squadrato, solcato da profonde rughe di una vita tormentata.

- Ho dovuto seminare i miei angeli custodi...

- Ho visto, due dilettanti. Voi italiani non siete mai stati all'altezza nel gioco delle spie. Troppi ladri nei vostri servizi e troppe deviazioni........- L'uomo sorrise e Barbacane non smetteva di fissarlo - Si sta chiedendo se fui io a reclutarla nell'albergo a Mosca quella notte di più di un quarto di secolo fa? Che importanza può avere la risposta ormai?

- E' vero, veniamo all'incontro di oggi.

- Certo, camminiamo professore. Lei avrà sentito parlare del così detto contrabbando nucleare? Si tratta della più colossale impresa affaristico-politica criminale di tutti i tempi.

- Quello che so, l'ho letto solo sui giornali s'affrettò a dire Barbacane - La chiusura di alcuni impianti nucleari dell'ex URSS, la disoccupazione dei miei colleghi e l'indifferenza nei controlli dei depositi dell'Armata rossa e nei laboratori scientifici, ha alimentato un considerevole contrabbando di materiali fissili.

- Sono ormai in crisi perfino gli impianti principali, come Krasnodarsk 16 che produce plutonio e la fabbrica di missili di Arzamas 16. Il crollo della disciplina e dei controlli, la sete di denaro sporco hanno avuto l'effetto di un devastante terremoto nei 150 centri di arricchimento di combustibile nucleare. Ed è fiorito in Europa e nel Medio Oriente un vero e proprio mercato radioattivo, un traffico di plutonio arricchito 239, già pronto per l'industria militare.

Il professore si voltò per accertarsi che nessuno li seguisse - La stampa italiana dà la colpa alla mafia russa.

- E' un'ipotesi riduttiva, la partita è molto più complicata, come gli scacchi, il nostro gioco nazionale.

Il russo sorrise ancora con amarezza e uno spiraglio di ricordi si aprì nella mente di Barbacane.

- Cercherò di semplificarla: in questo commercio da fine millennio noi siamo diventati il paese produttore dei materiali fissili, i venditori sono per un versante russi, professionisti in questa partita, e cioè alti gradi militari e dell’ex KGB e grandi imprenditori del crimine e per l'altro versante chi detiene le rotte internazionali dei commerci illeciti, la mafia italiana. Il plutonio viaggia sulle stesse rotte della droga, cambiano soltanto i paesi produttori e i compratori.

- Nel nostro caso chi sono i compratori? - chiese il professore, continuando nervosamente a voltarsi.

- Professore, sono sei mesi che preparo quest'incontro, non deve allarmarsi, sono un esperto in cautele, anche se la mia fine è arrivata. Ma torniamo alla rotta del plutonio che può partire da Mosca o dalle città fantasma di Kremlev, Seversk e Rusnoy e attraverso la Germania, l'Austria, l'ex Jugoslavia e l'Italia arriva al Nord Africa e al Medio Oriente. C'è anche una rotta che parte dalle frontiere sud della Russia e attraverso la Cecenia e la Turchia percorre i paesi dell'Asia centrale. I compratori, mi chiedeva... possono essere tanti, e per poco tempo ancora non rappresentano un immediato catastrofico pericolo. Può essere la Jihad islamica, o meglio la sua componente più temuta, quella egiziana, al-Gama' a che a sua volta è legata a Iran, Pakistan e Sudan, con centrali operative anche a New York e Jersey City. Ma i compratori possono anche essere i Croati, i tedeschi stessi, l'Irak, il Giappone, l'Argentina, voi italiani. Chi non ha bisogno per i suoi scopi politico-terroristici al giorno d'oggi di una bombetta nucleare?

Ancora sul volto del russo si dipinse lentamente un mesto sorriso - In questa fase della partita sono importanti e pericolosi i commercianti, molto più dei produttori e dei compratori. Sono i commercianti a rendere possibile il traffico nucleare, a indurre il bisogno, come per la droga, e probabilmente a determinarne l'uso politico-militare.

Il professore si fermò di colpo, soltanto ora stava notando che la spia che aveva di fronte era perfettamente mimetizzato con tutti i frequentatori di Villa Doria Pamphili, aveva una tuta verde oliva e scarpe da ginnastica bianche, quell'uomo anziano ma vigoroso sembrava uno dei tanti pensionati, senza cane, che passeggiavano assorti per i sentieri della villa... - Ma lei, com'è venuto al corrente di tutto questo?

- E' il mio lavoro, o per meglio dire lo era. Sono più di quarant' anni che lavoro per il KGB, in una sezione il cui nome vorrei tralasciare, e con la fine di Gorbaciov avevo pensato di vivere dignitosamente il mio tramonto di spia dell'Unione sovietica lontano da Piazza Djerjinskj. Poi improvvisamente proprio quando stavo per essere congedato un magistrato moscovita e un alto ufficiale dei nuovi servizi di sicurezza, il tenente colonnello Poniarov, cominciano a tessere le prime fila di questa incredibile vicenda e mi aggregano alle loro indagini. Sono stati tre anni di lavoro duro, svolto sopratutto in Russia, quindi ci muovevamo come pesci nel lago. Poi l'intuizione chiave di Poniarov, supportata da tutti i riscontri possibili, anche della polizia criminale di stato: se il traffico della droga e delle armi aveva foraggiato per decenni un'alleanza operativa trasnazionale del crimine organizzato ma anche dei servizi segreti, la nuova mucca da mungere era ormai il traffico nucleare. Quindi i commercianti sono gli stessi di sempre, cambiano soltanto i produttori e i compratori. Hai capito bene professor Barbacane?

- Si, certo Valodia.

Il russo si cacciò le mani nei pantaloni della tuta e accennò un passo di danza, terminato con un lieve inchino. Trascorse un lungo silenzio, la Villa si andava animando, i grilli sui prati cantavano in maniera assordante e uniforme. Arrivarono fino al muro di cinta sull'Aurelia antica, dall'altra parte, dopo un altro muro di cinta, si stendeva un immenso parco e dietro una fila di pini, all'orizzonte, si delineava l'Ambasciata russa di villa Abamelek. - Quando Craxi voleva stabilire la residenza ufficiale del Presidente del Consiglio al Villino Algardi, i miei colleghi dell'allora ambasciata dell'URSS inviarono a Mosca un progetto per la costruzione di un breve tunnel sotterraneo, pieno di microspie. Un'idea perfettamente realizzabile se avessimo avuti i soldi......e l'interesse. - Non divaghiamo, Valodia, perché dopo più di un quarto di secolo ti sei rivolto proprio a me? -

- Perchè tu sei il mio agente e io ho bisogno della tua opera. Si, è cambiato il quadro internazionale, e allora?

- E allora - sbottò Barbacane - non sono comunista, forse non lo sono mai stato veramente, e comunque in questo scorcio di fine millennio, come dici tu, il comunismo ha collezionato una serie di mostruosità di cui certo non voglio sentirmi complice.

- Nella conversazione che io ho registrato in albergo a Mosca, non parlavi così, mi dicevi che le idee socialiste erano le radici del tuo lavoro e della tua umanità...

- Anche per telefono hai tentato di minacciarmi - lo interruppe il professore - Tirala pure fuori questa bobina che viene dal passato. Mandala ai giornali, al mio laboratorio, che vuoi che differenza faccia ormai? Un giovane fisico, potenzialmente marxista, viene adescato durante l'era brezneviana da un talent scout del KGB. Il giovane fisico diventa un fisico adulto e lavora per il suo paese nel contesto della comunità scientifica internazionale senza che il peccato d'origine influisca minimamente. E ora chi è il talent scout?.

Dato che il mio l’ho chiamato peccato d'origine, il talent scout è una sorta di serpente che continua a offrire una mela, che propone un grande tradimento in nome di ideali che hanno fatto crescere e moltiplicare i gulag...

- Volevamo riscattarci! Gorbaciov e prima ancora Andropov, tutti provenienti dalle fila del KGB. Volevano riscattare quella parte della storia del comunismo.- Valodia tirò fuori le mani dalla tasca, nella destra aveva un CdRom.

- Tu non sei russo non puoi capire, io sono stato ai funerali di Andropov si vedeva in maniera palpabile il corso della Storia che aveva iniziato a mutare, si percepiva che accanto a una grande morte sarebbe potuto nascere un grande evento.

Il professore improvvisamente avvertì una stanchezza alle gambe, si sedette su una panchina e guardò il sole che dorava le chiome dei pini di Villa Abamelek e più distante la grande cupola di S. Pietro - Valodia, io non condivido più i tuoi ideali, neanche in minima parte, - un sorriso apparve sul suo volto - lascia dormire per sempre il tuo agente in sonno. Il mio ormai è il sonno della Storia che vuole dimenticare quel passato, vuole costruire un futuro possibile, pragmatico senza gli ideali del socialismo.

- Io non credo, non posso credere, compagno professore che tu non voglia aiutarmi. Tu sei in debito con il tuo passato e se vuoi vivere il tuo futuro devi pagare questo debito.

- Di che debito parli? Un uomo deve rimanere legato per sempre alle proprie radici, ignorando gli eventi? Come un prete o una spia... o un neutrino che è condannato a ricordare le sue origini?.

Valodia fissò negli occhi il professore - Noi credenti, spie, fisici, militari dell'Unione sovietica abbiamo lasciato in eredità al futuro questo immenso potenziale nucleare che non possiamo e forse non vogliamo più controllare. Alla costruzione di questa gigantesca potenza controllata abbiamo collaborato tutti noi, credenti, spie, fisici e militari. Questa eredità senza più controlli ci distruggerà e con noi distruggerà il mondo. Ecco il debito che dobbiamo pagare, e che io, spia, sto cercando di pagare da molti anni e che mi porterà alla morte.

- Ecco un tema da non sottovalutare e che non abbiamo trattato. Questa storia rischia di portare anche me più vicino alla casa dell'eterno riposo....

- Certo, - lo interruppe Valodia - non posso mentirti.

Già due killer professionisti sono in postazione.

E soltanto due organizzazioni si servono di questi personaggi: le mafie e i servizi segreti. Le due organizzazioni che hanno un ex agente russo come bersaglio principale e, dato che l’ex agente si è rivolto a te, un fisico italiano come bersaglio periferico. Come vedi non puoi rimanere in sonno.

Valodia si sedette sulla panchina vicino al professore che lo guardò irritato.

- Oh si che posso rimanerci io faccio il mio lavoro di fisico nucleare e il mio lavoro e la mia vita è protetta dai servizi di sicurezza. - Barbacane fece una smorfia e distese le gambe - che accidenti hai in mano, Valodia?

- Il risultato di quattro anni di lavoro alle dipendenze del giudice Vladimir Pavine e del colonnello Misha Poniarov...

- Alt, prima domanda - lo interruppe Barbacane - perché non consegni il risultato del tuo lavoro ai tuoi integerrimi committenti?

- Perchè sono stati uccisi quest'anno a distanza l'uno dall'altro in due incidenti stradali da ignoti pirati della strada e rispondo anche alla tua seconda domanda, perchè non consegno i risultati di quattro anni di indagini al vertice del servizio segreto russo o alla polizia? Risposta: perchè non sono affatto certo che così facendo non metterei il coltello nelle mani dell'assassino.

- Hai messo trent’anni di lavoro nelle mani di diversi assassini e adesso tutto lo scrupolo ti viene per gli ultimi anni, quando è finito, guarda caso, il potere sovietico? Dai, Valodia il tuo gioco è troppo scoperto, sei solo un nostalgico del passato regime che tenta di far cadere in trappola il nuovo.

- E farei tutto questo servendomi di un pidocchio come te? - domandò irato il russo alzandosi di scatto dalla panchina.

- Già, questo ci porta alla terza domanda, perchè hai scelto proprio me? Non sono delle tue idee, non sono della tua nazionalità, negli archivi del KGB ci doveva pur essere qualcuno più fidato di me.

- Se è per questo ti assicuro che ce n'erano... ma il mio agente doveva avere queste caratteristiche: essere un fisico nucleare, italiano ed essere un leale e onesto socialista. E dal computer sei saltato fuori solo tu, solo un agente in sonno - Valodia si sedette di nuovo sulla panchina e mostrò a Barbacane due CdRom.

- Qua dentro ci sono tutte le rotte di uranio e plutonio che sono attualmente usate e che saranno verosimilmente usate nell'immediato futuro: località, nomi dei trafficanti e dei corrieri, coperture mercantili, ma soltanto un fisico nucleare può navigare in questa massa di dati che comprende tra l'altro la "prova di qualità" che i compratori, proprio come per la droga, vorranno certamente fare.

A Mosca c'è plutonio per 36 mila bombe atomiche e le bombe hanno caratteristiche diverse l'una dall'altra, quindi solo un servizio investigativo capace e onesto e un fisico nucleare con queste stesse doti possono vagliare tutte le informazioni contenute qui dentro e scegliere la linea d'azione per dare scacco al re.

- Perchè italiano, perché un fisico italiano?

- E' il vostro bel paese, amico mio, il crocevia di questo traffico. Il mio paese in fondo si limita a produrre, come la Turchia o il sud est asiatico si limitano a coltivare i campi di papavero, ma è la mafia italiana, con tutti i suoi collegamenti internazionali dal Giappone all'America e alla Germania, che tiene le fila di questo traffico, che ne sta certamente progettando un uso politico-terroristico di stampo fascista, che determinerà l'azione di un grande numero di Stati, che terrà le fila di potentati finanziari, come il burattinaio nella vostra opera dei pupi.

Barbacane si alzò dalla panchina, guardò quello spiazzo erboso con gli alberi di mimose dove la gente stava sdraiata a leggere e prendere il sole e dove un gruppo di ragazzi stava per organizzare una partitella di pallone. La pace e la quiete di quel luogo strideva con le loro parole, così come i volti dei frequentatori della villa erano in contrasto con le loro facce contratte: un ragazzo che abbracciava appassionatamente la sua ragazza su una panchina e su un’altra un uomo seduto vicino a una donna con i ricci neri. Lei curiosava, con un piccolo binocolo, tra le chiome degli alberi alla evidente ricerca dei nidi.

- Non mi convinci Valodia, potresti traversare l'Aurelia antica, qui sotto, e trovarti in territorio russo all’Ambasciata, contattare, tramite i russi, le autorità italiane, con la massa di informazioni in tuo possesso ti farebbero un monumento...

- Funebre, un monumento funebre.

Compagno professore possibile che non riesci a capire che io non ho nessuno di cui fidarmi! Se traverso la strada e vado a villa Abamelek, trovo nel migliore dei casi degli impiegati-spia che debbono solo riferire più in alto, certamente a Mosca, la grana che gli è capitata, e di telefono in telefono, di computer in computer, l'informazione arriva alle persone che mi vogliono morto e non sanno soltanto dove trovarmi. Se vado direttamente dalle autorità italiane dovrei trovare un servizio impenetrabile alle infiltrazioni mafiose che crede completamente alle mie informazioni e che ha voglia di giocare la partita.

- E tu non stai forse chiedendo a me di trovare quel servizio?

- Certo, ma per te sarà più facile, primo perché avrai già controllato le informazioni dal punto di vista scientifico e tecnico, secondo perché è il tuo paese, la tua gente e forse hai qualcuno di cui puoi fidarti... dovrai valutare bene e non fare mosse avventate.

- Che vuoi dire?

- Che dovrai guardarti bene le spalle e scegliere la persona giusta a cui affidare la tua vita, la mia vita e queste informazioni.

Nel dire queste parole Valodia consegnò i due CdRom a Barbacane guardandolo fisso negli occhi, l'altro esito a prenderlo.

- La prima informazione contenuta qui dentro è di carattere storico, riguarda la fornitura per l'avvelenamento radioattivo dell'acquedotto di Monaco da parte della Rote Armee Fraktion - scandì lentamente Valodia.

*****

La donna sulla panchina ora non stava più guardando i nidi degli uccelli sugli alberi, ma era abbracciata al suo uomo che la baciava dietro l’orecchio - Gli ha consegnato certamente tutte le informazioni, dovevamo intervenire prima...

- Già, siamo arrivati troppo tardi - confermò lei carezzandogli il volto - e ora il nostro bersaglio principale deve per forza cambiare. Non è più imperativo uccidere subito Valodia Tishka, è diventato un bersaglio secondario.

- Sono d’accordo con te - disse l’uomo - la caccia mortale al beluga ora è diventato un optional, la caccia è al fisico italiano con i suoi due CdRom. Ma il punto è: dobbiamo avere conferma di questo dai nostri mandanti?.

- Si, - sorrise lei torcendosi con l’indice un ricciolo nero che le ricadeva sulla fronte - ma a cose fatte!.

Fuoco nel tunnel
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