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"Buongiorno a tutti voi, che ci fate a quest'ora sul ponte?"
"Ci godiamola scena di un re straccione che sorride ai suoi sogni"
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I sogni di re straccione (recensione)
di Daniele Giancane - La Gazzetta del Mezzogiorno, 5 novembre 2006

Scrivere per l'infanzia -si sa- è davvero un'impresa ardua, perchè occorre anzitutto una grande capacità di utilizzare una lingua agile, rapida e comunicativa, senza per questo risultare banale (come già avvertiva Makarenko) e poi occorre individuare storie, trame, narrazioni avvincenti, centrate sull'avventura e sul fantastico. Lo scrittore per i bambini deve essere originale, innovativo, in qualche modo trasgressivo (Bianca Pitzorno docet, ma anche Guido Quarzo e Silvana Gandolfi, per citarne alcuni).

Ora Giuseppe Fiori, autore di saggi su tematiche amministrative ed educative e fino a qualche anno or sono noto soprattutto come giallista (sulla linea di Carlotto e Camilleri, di Carofiglio), si è rivelato in questi ultimi anni come valido autore di narrativa per ragazzi. Già "La leggenda dell'Acanpesce" (Le Monnier, 2002) ci aveva introdotto ad una sorta di mondo alternativo, in cui fiaba e realtà si mescolano in maniera indistricabile, ed ora "I sogni di re straccione" (ed. Laterza) ci conferma la felice vena dello scrittore, il cui narrare sa sempre di racconto lieve e lirico, con elementi comici e fortemente surreali e alcuni orientamenti valoriali di fondo (i cosiddetti "messaggi").

Fiori è capace di lasciarsi andare felicemente ad una fantasia sbrigliata e incontenibile, come un vaso di Pandora che una volta dischiuso non è più possibile richiudere: la figura stessa del re straccione, un re/anti-re, nel senso che è uno a cui piace dormire sotto i ponti è originale; ma il re straccione governa su Favolandia, un luogo ai confini del mondo dove tutti ricevono qualcosa, infatti l'ufficio postale spediva ogni giorno agli abitanti lettere, cartoline, pacchetti, fiabe. Un regno meraviglioso, dove tutti vivevano felici, finchè il nostro re straccione -che una ne fa e cento ne pensa- decide di inviare per posta ai suoi concittadini dei gusci colorati.

Il fatto è che il re ha già pensato di spedire quei gusci ripieni dell'acqua del fiume presso il quale dorme, perchè quell'acqua è piena dei sogni felici del re, così ciascuno -bevendo quell'acqua- farà ugualmente dei sogni felici.

La cosa funziona, ma -naturalmente, come in tutte le cose umane- qualcosa rompe la quiete di Favolandia: nei sogni appaiono eserciti di pesci che si avvicinano al regno e paiono volerlo conquistare. Essi erano stati un giorno uomini cacciati via dalle loro terre e gettati in mare, dove erano sopravvissuti mutandosi in pesci, ma ora vogliono tornare ad abitare la terra.

Da qui -sarà un sogno o la pura realtà?- inizia una serie mirabolante di avventure, in cui compaiono l'invisibile bandito (che si rivelerà essere il fratello cattivo del re straccione); il regno di Apnea, che è una vera e propria città che si trova in una grande bolla azzurra nelle profondità del mare; il rospo parlante; uno straniero con la zucca pelata come una zucca in un campo; naturalmente una dolce spazzina di cui il re s'innamora follemente, mentre merluzzi e razze volano in uno scenario irreale e fantasmagorico.

Ovviamente il lieto fine è d'obbligo (il fiume di favolandia era stato inquinato e i cittadini erano disperati) e il matrimonio tra il re straccione e la spazzina (che ovviamente diventa regina) è inevitabile, ma il re continuerà a dormire sotto i ponti.

Il libro scorre via veloce attraverso la creazione di questi straordinari personaggi ed anzi v'è da dire che il mondo che descrive Fiori è totalmente animato, tant'è che anche i ponti parlano tra di loro e sbadigliano; circola continuamente la domanda che il re straccione rivolge a tutti: che cos'è la felicità?

Le risposte sono così varie e diverse che alla fine il re ci rinuncia, epperò la felicità potrebbe essere -in fondo- anche saper ascoltare una fiaba o saperla raccontare.

Ecco, il volume si chiude con la necessità dell'affabulazione, del sogno, dell'immaginazione che è l'unica a farci proiettare nel futuro, a darci speranza che gli avvenimenti che ci attendono sono stupendi e imprevedibili.

Un bel libro, che si legge d'un fiato e che piacerà a tutti i ragazzi che lo leggeranno, perchè vi troveranno il mondo incontaminato della fantasia, ma anche riflessioni (mai scopertamente didattiche) sulle relazioni umane, sulla pace da preservare ad ogni costo, sulla ricerca della felicità.

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