il Narratore
i Libri
short Stories
brevi Saggi
Note
i Media
Home i Libri
Una Studebaker azzurra
Commento in forma di lettera di Luigi Calcerano
Capodanno 2006
Caro Giusè,

penso che sia meglio trasformare in una lettera quanto ti ho detto nell’incontro di dicembre 2005, anche per sistemare meglio i pensieri, dato che è vero che non sappiamo bene cosa pensiamo di una cosa se non leggiamo cosa abbiamo scritto sulla medesima.

Una studebaker azzurra è un piccolo capolavoro, il miglior libro che tu abbia mai scritto, e ci metto pure quelli che hai scritto in coppia con un coautore!

Pieno di leggerezza e profondo.

Seducente almeno come l’autore quando vuol essere seducente.

Ironico e appassionato.

Falsamente rapsodico. All’apparenza leggi un testo frammentario, discontinuo disorganico, ma ben presto ti accorgiche in quelle pagine c’è una fortissima vena narrativa e che il bandolo della trama è saldamente impugnato dall’autore, con una scelta tra le cose che sono importanti e quelle che importanti non sono, che è spiazzante in maniera sublime.

E’ vero, l’autore di Peter Pan diceva che dopo i quattordici anni ad un uomo non succede più niente di importante, ed andava troppo in la con l’età, ma Marina Cvetaeva, che certo Maruzza conosce bene, affermava che dopo i primi sette anni tutto è già compiuto…e qui ci siamo.

Persino chi conosce alcuni episodi e frammenti del tuo lessico familiare li riscopre incastonati in una storia e li gusta con un sapore nuovo, il sapore che la buona letteratura riesce a dare alle cose della vita che da sole non hanno profumo e, forse, non hanno senso.

Ma…e il bagno nel Velino?

Andavamo (con la 500?) in una scuola a “fare gli autori” e come al solito io ero preoccupato di qualcosa di secondario, marginale, non importante. Non sapevamo l’indirizzo e non trovavamo la scuola, sicché tu che mi stavi narrando del tuo bagno nel Velino mi vedevi distratto, sbrigativo, non interessato.

“E allora va bene, vacci da solo,” mi dicesti spegnendo il motore della macchina mentre eravamo in mezzo a un incrocio. E te ne scendesti in mezzo alle macchine che suonavano il clacson per non so quale motivo…

Avrei letto con attenzione religiosa, stavolta, del bagno nelle gelide acque del Velino, ma non ne ho trovato traccia…stai a vedere che non era un episodio importante!

Ottimo testo da leggere, dunque, per amici e parenti ma certamente stupendo per gli altri, per chi non ti conosce, per il lettore ordinario!

La lingua è funzionale, svelta, colta ma familiare, con tratti di oralità, opportunamente speziata da qualche granello di pepe romanesco.

C’è chi nega la legittimità di raccontarsi (Adriana Cavarero, Tu che mi guardi, tu che mi racconti) chi vi scopre poteri salvifici (Duccio Demetrio) da studiare all’università e da consigliare indistintamente, come una terapia. Per me, come nei gialli, dipende dal soggetto; dopo questo libro, col tuo concentrato d’ambrosia, m’hai fatto incontrare questo genere narrativo che mi intriga, ora, moltissimo.

Ho dovuto comprare La ragazza del secolo scorso, di Rossana Rossanda. M’è successo come quando tuo cognato al pranzo con Cerami mi ha fatto assaggiare il whisky cask strenght, con la sua cerimonia del battesimo dell’acqua e da allora amo anche il whisky, tutto il whisky, non solo il cognac!

Ed il soggetto, parola ambigua appositamente, è straordinario, eccezionale, perfettamente padroneggiato, anche perché molto amato dall’Autore.

La brigata di Giuseppe Fiori & Company ha disegnato una inimitabile cronaca nella vita che aspettava solo uno scrittore di razza che avesse la maestria e il pudore di raccontarlo al meglio.

Personaggi, poi, indimenticabili.

Il piccoletto è naturalmente la bussola del libro, curioso, stupito, bonaccione, spesso assorto, qualche volta elusivo, in fondo inafferrabile, come solo i protagonisti delle storie per ragazzi sanno essere.

Poi c’è Wanda, la madre-dea, la divina, che compare in scena ferita, forse caduta da cavallo come Luigia Pallavicini, poi, come un’altra passione del Foscolo, risanata, sempre regale, eterea, amatissima, bellissima spadaccina, una figura ‘da quadro’!

E Mamma Ghitarella, la splendida, più terrestre, vicemamma.

E l’avvocato Fiori, l’acquirente della studebaker, padre fuori del comune, estroso, poco deliberato maestro di vita e di mistero, del mistero della vita.

E tanti altri comprimari, caratteristi, comparse, che quasi sembra abbiano vissuto per diventar tuoi personaggi…tutti meravigliosamente schizzati con i tratti essenziali, con qualcuno che in poche righe, vien fuori a tutto tondo!

Giusè, te l’ho detto e qui lo ripeto, consapevole della responsabilità che mi prendo e delle pene per il mendacio, con questo libro sei passato alla letteratura con la L maiuscola! (qualsiasi cosa ciò voglia dire!)

Magari anche coi gialli si può, come diceva Petronio, ma a noi non c’era mai riuscito, a me ancora non è mai riuscito. Tu con questo libro nel mainstream ci salti dentro e, credimi, sono felice e sono orgoglioso che ce l’abbia fatta! Hai scritto un capolavoro di levità, delicato e intimo.

Un pezzo di vita, non solo un pezzo della vita di Picci, è diventato parola scritta. E’ sempre una bella notizia. Biografia? No, quel giorno abbiamo parlato delle nostre biografie, ma la Studebaker non è una fotografia… nel racconto tutto si colora si rimette insieme, assume veste originale. E’ tutto vero? E’ inventato? E’ vero ma narrato come se fosse inventato? Oppure è la cristallizzazione di un ricordo fantastico che si invera? Non importa. Come non importa se pudore e riserbo ci abbiano escluso da qualcosa. Quel racconto sei tu. Nel finale di Per uccidere Cecilia un mio personaggio dice “ma guardi commissario che anch'io, anche lei per tenere insieme i nostri ricordi ce li raccontiamo continuamente, siamo... siamo consapevoli di noi perché siamo un racconto e anche un po' inventato.”

E son felice che, con uno dei trucchi con cui inganni la vita, tu abbia trovato il modo di farmi comparire in questo libro.

Spero non rimarrà un’edizione fuori commercio! Perché tutti devono avere l’opportunità di leggerlo, ed alcuni se la meritano!

In fede, Luigi Calcerano
Torna al libro
Copyright © 2005-2024 Giuseppe Fiori
Contatti Credits